Senegal

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  • Nel 2007 insieme al fotografo Tommaso Buzzi e per conto del CISV di Torino abbiamo fatto un viaggio in Senegal per raccontare le attività dell'associazione nelle zone di Dakar, Louga e St. Louis. È un paese meraviglioso e pieno di bellezze naturali ma, come molti altri paesi africani, è tormentato da una serie di problemi che impediscono lo sviluppo dell'area. I cooperanti attivi nella regione si occupano di progetti che vanno dall'irrigazione dei campi al microcredito, per cercare di sviluppare piccole economie locali ed incoraggiare le attività imprenditoriali. Per me, che per la prima volta mi trovavo nel continente africano, è stato un viaggio meraviglioso e di impatto devastante. È stato bellissimo incontrare tante persone e vedere tante realtà che fanno di tutto per crescere, ma è stato tremendo trovarsi davanti agli occhi alcuni scenari quasi apocalittici. Uno su tutti l'altissimo livello di inquinamento, tema a cui sono particolarmente sensibile.
    Non avevo mai visto una quantità di spazzatura e di rifiuti simile, e non pensavo che, almeno in questa parte del nord Africa, la situazione fosse così disperata. Nella cittadina di St. Louis, la precedente capitale del paese, che si sviluppa su una lingua di terra vicino al mare, lo spostamento delle maree trasporta una quantità di rifiuti di ogni genere che, al ritirarsi delle acque, ricopre letteralmente la città. L'isola di Fadiouth, un incredibile ammasso di conchiglie, viene rimodellata tutti i giorni dal movimento delle acque. Le stesse acque però portano qui i rifiuti, che stanno lentamente ricoprendo le conchiglie. Ad uno sguardo più ravvicinato ci si accorge poi che la maggior parte di questi rifiuti vengono da altri posti. Banalmente, pochissime persone in Senegal possiedono una lavatrice, eppure ovunque ci sono flaconi di detersivi, bottiglie di ammorbidente, plastica varia di prodotti che qui non esistono. I bambini crescono e giocano in mezzo all'immondizia, così come gli animali che la mangiano e poi muoiono ai bordi delle strade. Forse anche qui, come in tante altre parti del pianeta, la rivalutazione e il rispetto dell'ambiente potrebbero essere il primo passo per una rinascita delle popolazioni.